Il castello

Non molto lontano da Castel Valer, a pochi passi da uno dei più antichi villaggi della Val di Non, si erge uno dei castelli più suggestivi del territorio. La sua forma particolare, con torretta centrale, pare riprendere le vette delle dolomiti di Brenta che lo incorniciano e quasi lo proteggono. Elegante nelle sue forme e austero nella sua altezza, sorge su un'altura che lo rende ancor più visibile da ogni dove. Posto in linea d'aria con Castel Valer, in un documento è ricordato già nel XII secolo. Tale antico castello, voluto dai Signori d'Enno, doveva essere un edificio assai rude e aspro, che negli anni successivi venne ingentilito. Castel Nanno è uno scrigno di storie e leggende affascinanti che raccontano le vicissitudini storiche del territorio e delle famiglie che lo hanno posseduto. Gli innamorati Melisenda e Ludovico o le streghe arse vive sono solo alcune delle impressionanti vicende che fanno da sfondo al racconto di un castello sopravvissuto nei secoli.
Le ricostruzioni

Il castello fu messo a ferro e fuoco e subì vari passaggi di mano fino a che, nella prima metà del XVI secolo (1523), fu rifabbricato da Gaudenzio Madruzzo, padre di Cristoforo Madruzzo, che divenne Principe Vescovo nel 1539 a seguito della morte del cardinale Bernardo Clesio. Soggetto a ricostruzione già nel XII secolo, il castello fu posto a controllo dell'antica strada romana per Cles e divenne feudo dei signori di Enno (poi Denno), che presero successivamente il nome di Nanno appunto dal castello.
Le mura

La perfetta centralità della struttura, esaltata dalla torretta centrale che sovrasta in altezza il quadrato corpo di fabbrica, rievoca l'immagine del recinto con torre centrale della tipologia castellana più antica, nonostante in realtà essa sia solo una rielaborazione in senso residenziale di un modello di fortificazione antica alto-medioevale. Tale rielaborazione viene rafforzata dalla cinta merlata con torrette, la cui solidità fortificatoria è tuttavia volutamente evitata nella scelta di mantenere le torrette assai basse.
La struttura

Il gioco della partizione dei pieni e dei vuoti della facciata, ad esempio nel doppio ordine di trifore, risponde al desiderio di ricercare risultati estetici di elegante equilibrio, secondo un intento di chiara derivazione dalle esperienze italiane quattrocentesche. A Castel Nanno ci si trova insomma di fronte a un bell'esempio di “palazzo all'italiana”, simile, per capirsi, al Palazzo delle Albere a Trento.
Storie e leggende

Tra il 1611 e il 1615 il castello fu interessato dai noti processi alle streghe che caratterizzarono in quel periodo soprattutto l'Europa centrale. Così, presso la sala voltata a raggera al primo piano del palazzo, sono incise su di una pietra sporgente tre croci che ricordano proprio le esecuzioni capitali subite da tre donne del paese condannate per stregoneria. Altre suggestive vicende resero noto questo castello, non ultima la contrastata storia d'amore tra Melisenda di Castel Nanno e Ludovico di Castel Sporo, acerrimo nemico dei signori di Nanno: i due giovani innamorati, che erano soliti incontrarsi al riparo di una quercia tutt'ora esistente posta all'inizio del viale che anticamente era l'accesso principale al castello, furono colti sul fatto e murati vivi in una nicchia al primo piano del castello il 2 maggio di un tempo leggendario. Ancor oggi, la notte tra il 2 e il 3 maggio, nell'ora esatta in cui i due furono sepolti vivi, la leggenda narra si possano ancora udire i lamenti di una voce maschile e lo struggente pianto di una fanciulla a ricordo perenne di un amore spezzato tragicamente.
Le visite

L'affascinante storia di Castel Nanno si intreccia alle altrettanto incantevoli vicende di Castel Valer, che si trova a pochi chilometri di distanza. Entrambi possono essere visitati singolarmente oppure assieme: l'ospite, in questo modo, potrà essere accompagnato in un suggestivo salto nel passato, dove da una parte troverà un castello, come è Valer, con gli arredi originali, mentre dall'altra, a Nanno, potrà vivere le vicende che nel tempo lo hanno spogliato delle sue suppellettili, ma conservato nella sua splendida e peculiare struttura architettonica, le cui sale raccontano ancora la sua vita tanto travagliata quanto originale.